29 settembre 2025
29 set 2025

Juan María de la Cruz, Maestro di vita cristiana e dehoniana

In preparazione al 25º anniversario della beatificazione del Beato Juan María de la Cruz, SCJ, e al 90º anniversario del suo martirio nel 2026, il Superiore provinciale della Spagna invita a una profonda meditazione personale e comunitaria sulla vita e sul martirio di questo Beato Dehoniano.

di  Juan José Arnaiz Ecker, SCJ

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In occasione dell’anniversario del martirio del Beato Juan María de la Cruz, SCJ (22 settembre), il P. Juan José Arnaiz Ecker, SCJ, Superiore della Provincia spagnola, ha indirizzato una lettera ai dehoniani della Provincia spagnola, nella quale invita a riflettere sulla vita e sul martirio del Beato Juan María de la Cruz, del quale si celebreranno il 25º anniversario della beatificazione (11 marzo 2026) e il 90º anniversario del martirio (23 agosto) l’anno prossimo; ed esorta inoltre a meditare più profondamente sull’importanza della memoria di questo Beato dehoniano nella vita spirituale personale. L’appello contenuto in questa lettera merita di essere ascoltato da tutta la famiglia dehoniana e, oltre ad essa, da tutti i cristiani spiritualmente legati al Beato Juan María de la Cruz, SCJ.

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Caro fratello,

Molti dicono che la storia si ripete. Da parte mia, credo che esista davvero una serie di “ingredienti” (politici, sociali, religiosi, ideologici, economici…) che si incontrano regolarmente lungo il tempo che abitiamo e che chiamiamo storia. Nel 1936 questi ingredienti si combinarono in un certo modo e, nel 2025, constatiamo con preoccupazione la loro ricomparsa: Russia–Ucraina, Israele–Gaza, terrorismo, programmi sociali, agende legislative, populismo, politiche tariffarie, immigrazione, cambiamenti climatici, pandemie… Resta la domanda: quali combinazioni e quali miscele facciamo con essi nei forni della nostra quotidianità? Si tratta sempre di vedere se abbiamo imparato qualcosa dalle crudeltà che i nostri antenati hanno subito.

Facendo eco al richiamo che ci fece il P. Pablo José Muñoz Zapirain, delegato provinciale per le cause di beatificazione e canonizzazione, nella sua lettera del 15 settembre scorso, il padre Juan María de la Cruz celebrerà, l’11 marzo 2026, il 25º anniversario della sua beatificazione e il 90º del suo martirio, avvenuto il 23 agosto. Non sono anniversari qualsiasi! Credo che questa vigilia della sua memoria sia un buon momento perché ciascuno faccia un piccolo bilancio della presenza del Beato nelle diverse sfere della nostra vita spirituale, comunitaria e apostolica. Ad esempio: quale significato ha oggi la sua figura nella tua vita religiosa dehoniana e nel tuo ministero apostolico?

Perché porsi questa domanda? Io stesso me la sono posta, aiutato da una recente riflessione dell’arcivescovo di Oviedo sui martiri delle Asturie del 1934. E sì…

  • Il Beato Juan María è un nostro fratello che ha dato la vita, mentre avrebbe potuto conservarla semplicemente tacendo in quella polveriera che era Valencia, in quella follia scatenata sulla piazza davanti alla chiesa dei Santi Giovanni.
  • Il Beato Juan María è un nostro fratello al quale è stato riconosciuto l’esercizio di uno di quei gesti di suprema libertà che sono possibili solo per grazia di Dio.
  • Il Beato Juan María è un nostro fratello condannato sommariamente, senza alcuna garanzia giuridica, per un motivo incomprensibile in cui la giustizia umana non ha competenza: la credenza e la pratica religiosa.
  • Il Beato Juan María è un nostro fratello che ha vissuto la propria scena finale, condivisa con migliaia di altri in quel momento: una vita innocente strappata violentemente durante la sua esecuzione davanti al muro del cimitero di Silla.

Sappiamo tutti, e ancora oggi lo vediamo in diretta (anche se, emotivamente, sembra quasi un film o una finzione) alla televisione, crescere la nostra capacità di crudeltà, di durezza oggettiva, di produzione di violenza e di tragedie.

Ma ieri come oggi, c’è una ragione propria del cristiano a cui viene tolta la vita violentemente. È un atteggiamento che nasce dalla sua fede: il perdono verso coloro che non lo hanno perdonato. Proprio come Cristo sulla croce.

La morte inflitta al Beato Juan María de la Cruz per odio alla fede (in odium fidei), così come a tanti altri martiri degli anni ’30 di quel terribile XX secolo, fu certamente il frutto di una terribile confusione, di una persecuzione rabbiosa, di una repressione che voleva presentarsi come promotrice di libertà. Ma queste ragioni non bastano a rendere conto di tutto ciò che accadde.

Quando la Chiesa ha beatificato ciascuno di loro, incluso il P. Juan María de la Cruz, non ha fatto altro che proclamare “la beatitudine della vita che sopravvive per l’eternità”. E questo suona come resurrezione e come Risorto! In effetti, la Pasqua è sovversiva. È infinitamente più che un risentimento, una riscrittura storica, un ingiusto oblio o un regolamento di conti. No. È il riconoscimento di un amore latente e manifesto. È riconciliazione palpabile e trasmissibile. È apertura a una gratitudine riparatrice.

Sì, il Beato Juan María de la Cruz è maestro di vita cristiana e, per questo, di vita dehoniana.

Questo prossimo anniversario è per noi un invito a celebrare e ad attualizzare il ricordo di colui che è morto amando Dio, testimoniando la sua bellezza e, a esempio del Signore Gesù, implorando il perdono e la clemenza di Dio per i suoi carnefici.

Questo anniversario è per noi, per le nostre comunità e le nostre opere, un invito a risvegliare e ravvivare la nostra fede, sempre a rischio di assopirsi in una mediocrità confortevole.

È un appello a porre l’amore (che giunge fino al perdono, anche di fronte alla più grande offesa che è l’attentato contro l’esistenza stessa o l’identità di una persona) e la riconciliazione (che ripara nella verità e nella giustizia, generatrici di pace, tutte le relazioni) al centro della nostra vita religiosa, vissuta con semplicità e audacia.

Fa parte della nostra particolare vocazione e del nostro stato di vita nella e per la Chiesa: essere testimoni eloquenti del vero amore; aprire il fuoco (non con fucili o droni) affinché, come una città posta sulla montagna, siamo collocati sul candelabro del nostro tempo, uniti alla Luce più ardente che è Cristo risorto (… risorto da una morte violenta, ma che ha vissuto nell’eccesso d’amore, nella riparazione, nella riconciliazione, nella redenzione).

Come esclama il vescovo già citato, l’anno prossimo siamo invitati a celebrare uno dei paradossi di Dio, questo segreto per cui “una maledetta disavventura diventa una beata beatitudine”.

[…]

Egli è il nostro intercessore, il patrono delle vocazioni al nostro stile di vita dehoniano.
È lampada, piccola e nascosta (spetta a noi far crescere la sua luce e far conoscere la sua piccolezza), affinché riceviamo la luce e la forza necessarie per vivere e annunciare con coraggio e umiltà il mistero del Vangelo: la Buona Notizia di Colui che ha detto e che dice ecce venio; il mistero della chiamata alla verità del sint unum vissuto nella fraternità tra noi e con gli altri uomini; il mistero del lavoro incessante perché venga il suo Regno, al quale contribuiamo con integrità e fede.

Il Beato Juan María de la Cruz è martire per una sola ragione: è morto perdonando. Non abbiamo, a mia conoscenza, alcuna testimonianza scritta dei suoi ultimi istanti. Ma sappiamo che egli ha scritto col suo sangue la pagina finale della sua vita cristiana, religiosa e sacerdotale, secondo la scrittura del Signore, quella che, sulla Croce, perdona i suoi persecutori.

Nel celebrare la sua memoria e nel porci sotto la sua intercessione, non sarebbe forse un buon momento per chiederci quale posto occupi il Beato nella nostra devozione? Sarebbe impossibile sognare visite o pellegrinaggi a Puente dalle parrocchie che ci sono affidate o dalle nostre opere educative? Non è forse giunto il momento di creare una “Juanada” o di unirla, ad esempio, alla “Javierada”? E tu, più personalmente, cosa desideri che questo anniversario semini nel tuo cuore? Domani è un buon giorno per dare una risposta. Semplice; concreta; misurabile; una risposta che impegna, illuminata da quella debolezza divenuta forza, da quella fragilità divenuta testimonianza nel nostro fratello.

Beato Juan María de la Cruz,
intercedi per noi affinché Gesù ci mandi la sua forza, il suo Spirito,
ogni giorno della nostra vita, perché siamo così testimoni fedeli della Gioiosa Speranza,
giorno dopo giorno, passo dopo passo, parola dopo parola, silenzio dopo silenzio, gesto dopo gesto…
Perché “venga il tuo Regno”.

Padre eterno, Signore Gesù, Spirito d’Amore,
uniti al tuo servo, il Beato Juan María de la Cruz,
ti diciamo oggi e sempre: «Eccomi, o Dio, per fare la tua volontà».
Amen. Alleluia. Sì, tu vieni presto. Vieni, Signore Gesù!

Ti auguro una felice celebrazione della memoria del nostro Beato,
sempre, in Corde Jesu,

Juan José Arnaiz Ecker, SCJ
Superiore provinciale
Puente la Reina, 21 settembre 2025
Alla vigilia della memoria del Beato Juan María de la Cruz, SCJ

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