P. Ornelas ripercorre i suoi 12 anni a servizio della Congregazione

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BRESS AND ORNELAS 2003Nel maggio 2003, p. José Ornelas Carvalho, è stato eletto come successore di p. Virginio Bressanelli (ora vescovo di Neuqún, in Argentina) come Superiore Generale della Congregazione dei Sacerdoti del Sacro Cuore. Dodici anni dopo, p. Ornelas si sta preparando ad accogliere il suo successore.

Dall’Accademia all’amministrazione

Quando P. Ornelas è stato nominato Superiore della Provincia portoghese nel 2000, aveva appena intrapreso quello che pensava essere l’indirizzo fondamentale della sua vita: l’insegnamento e la formazione. Tre anni prima aveva conseguito un dottorato in studi biblici. “Avevo studiato per circa 11 anni, e pensavo di avere un po’ di capacità proprio nell’insegnamento” ci ha detto. “Ho fatto ricerca e svolto conferenze proprio per diventare un biblista.”
Ornelas riconosce che non è stato facile accettare la chiamata come Superiore e lasciare l’Università. Ma si è presto reso conto che grazie all’incarico di Superiore stava continuando un percorso già iniziato e non stava intraprendendo Ornelas laughesuna strada del tutto nuova.
Invece di vivere nel mondo di accademico, “come Superiore ho potuto attuare molte teorie che avevo studiato e trasformarle in azione concreta; avevo la possibilità di fare delle “teorie reali”.

Nel 2003 è stato eletto Superiore Generale.
Come la maggior parte delle persone che iniziano un lavoro, p. Ornelas è arrivato al ruolo di Superiore, con entusiasmo, tante idee e molti sogni. “Mi piace pensare di essere sono un uomo pratico,” ha detto. “Avevamo bisogno di idee, ma anche della pazienza necessaria per aiutare questi sogni a diventare realtà. Non si può imporre il cambiamento, ma si possono motivare coloro che sono chiamati ad attuare questo cambiamento.”

“Noi”, ha sottolineato. “Avevamo bisogno di idee chiare.”
Il “noi” è riferito a una squadra di persone con poca esperienza in amministrazione generale. “Avevamo un nuovo tesoriere, nuovi consiglieri e, naturalmente, era tutto nuovo anche per me, ma è stata una vera benedizione”, ha proseguito p. Ornelas. “In questi anni c’è stata molta creatività. Sono grato a tutti coloro che hanno lavorato con noi, anche quelli che sono stati presenti solo per un breve periodo di tempo. P. Marek Stoklosa [segretario generale quando p. Ornelas si è insediato] è stata una risorsa fondamentale per noi.

new council 2003“Per me il lavoro di squadra è sempre stato molto importante. Ho un carattere impulsivo, ed è importante avere un team di persone con il quale condividere idee e progetti. E ancor di più è importante ascoltare! ”
Per aiutare il gruppo a costruire un autentico spirito di squadra, tutta l’amministrazione ha partecipato a un corso di una settimana sulla gestione delle risorse umane all’ESIC, la scuola di amministrazione della Provincia spagnola a Madrid.
“Il lavoro di squadra è fondamentale non solo qui nell’ Amministrazione Generale, ma in tutta la Congregazione,” ha proseguito Ornelas. “I solisti possono cantare splendidamente ma siamo una congregazione religiosa e dobbiamo cantare in coro. ”
Per costruire un “coro” occorre che la Congregazione sviluppi un autentico senso di comunione, l’ “unum sint”. “Questo processo avviene anche attraverso la trasparenza e la solidarietà” – ha proseguito – il concetto di “cassa comune” è solo una delle espressione di questa comunione. “Non si tratta solo di condividere le risorse, occorre anche avere una vita comune, essere dipendenti l’uno dall’altro, avere bisogno l’uno dell’altro e imparare a servire l’altro; questa è la vita religiosa. Tutto il resto verrà solo se riusciremo a vivere in comunione. Senza comunione, non c’è vita religiosa, non c’è solidarietà. ”

Al pari della Chiesa nel mondo, anche la congregazione sta subendo una profonda trasformazione. Quando p. Ornelas è stato eletto Superiore Generale nel 2003, tutti i Superiori Maggiori delle entità africane erano missionari europei. “Mi sono guardato attorno in sala riunioni e ho pensato, non dovrà essere mai più così – non a motivo di una mia decisione, ma perché la Chiesa e la Congregazione stanno cambiando.”
Certo, il numero di missionari è in calo, ma ancora più importante è il fatto che il numero di confratelli autoctoni nei paesi di missione è cresciuto in maniera massiccia.
“Ora, la maggior parte della responsabilità delle Entità in Africa e in Asia è nelle mani di confratelli locali. Durante la mia seconda visita ho visto per la prima volta delle comunità dehoniane, pienamente africane.” E’ stato un drastico cambiamento avvenuto durante il primo mandato. In pochi anni si è passati da comunità a prevalenza europea, a comunità i cui membri rappresentano le culture e i paesi di tutto il mondo.
Ornelas candlemass“E’ molto stimolante, e mi dà grande gioia, ma è anche una sfida”, ha detto p Ornelas. Come può il carisma dehoniano essere vissuto in luoghi così lontani da dove è nato? “Come possiamo essere missionari “con” le altre culture, piuttosto che “verso” le altre culture?”
E poi ci sono gli aspetti pratici, primo fra tutti quello economico. Quando le province europee erano missionarie “verso” le altre culture erano loro a finanziare direttamente la loro opera. Ma anche questo sta cambiando. “Eppure, se viviamo la nostra vita davvero come fratelli religiosi, che vivono in solidarietà, scopriremo nuovi modi di realizzare le cose, troveremo soluzioni creative per l’intera Congregazione e non solo per singoli problemi”.
Internazionalità e senso della missione sono i due capisaldi dell’azione di p. Ornelas. Prima di dedicarsi a tempo pieno al mondo accademico, è stato per due anni missionario in Mozambico. “E’ una esperienza che mi ha profondamente cambiato”, ci ha detto. “Mi ha aperto gli occhi sulla internazionalità della Congregazione”.

Alla domanda su cosa gli procura maggiore soddisfazione in questi due mandati che si stanno concludendo, p. Ornelas elenca le nuove aree nelle quali la Congregazione sta crescendo, tra queste le missioni in Vietnam, Taiwan, Angola, Ciad e Paraguay. Inoltre sottolinea l’importanze delle comunità internazionali in via di sviluppo, in luoghi come Berlino e Toronto. “Sono esempi di una Congregazione in missione, e non di singole entità.”

Ornelas and kidsParla di “investimenti”, fatti nei confronti di membri della Congregazione, attraverso corsi per formatori e tesorieri.
E’ entusiasta quando, parlando della crescita della Famiglia Dehoniana, vede crescere il carisma dehoniano anche tra i laici. “Se il carisma è forte abbastanza per spostare noi, abbiamo bisogno di condividerlo con gli altri”, ha detto.
“E’ importante collaborare maggiormente con i laici, non per una mera necessità, ma perché arricchiscono la nostra missione”, ha continuato. “Così come non siamo autosufficienti come singoli in comunità, non siamo autosufficienti neanche come singole comunità. Dobbiamo essere interconnessi con gli altri. ”

Ornelas with mohawk kidsLe sfide? Se da un lato è emozionante vedere come la Congregazione cresce in nuove aree, dall’altro c’è anche una calo dove è nata: in Europa. “Come possiamo affrontare tutto questo come Congregazione?”. In che modo il carisma può trovare nuove forme di espressione in Europa e nel Nord America, e come affrontare l’invecchiamento di alcune province?
“Solo una Congregazione, che ha una forte solidarietà reciproca, è in grado di affrontare queste sfide, qualsiasi esse siano”, ha aggiunto p. Ornelas. “Se veramente viviamo come fratelli, le risposte verranno. Dio non manca mai di aiutare i suoi figli! ”

Il prossimo capitolo

Ornelas logo on computer-LIl tema del prossimo Capitolo Generale è “misericordiosi, in comunità, con i poveri”. Secondo p. Ornelas il tema potrebbe attirare sia i Sacerdoti del Sacro Cuore, sia coloro che potrebbero esserlo.
“La misericordia di Dio è al centro della nostra spiritualità”, ha proseguito. “Se non mostriamo misericordia, non viviamo la misericordia, non possiamo essere dehoniani o cristiani.
“Tutto ciò di cui abbiamo parlato, le sfide per la Congregazione e le opportunità che abbiamo davanti, sono legate alla misericordia. La misericordia nelle nostre comunità è ciò che ci permette di essere comunità, di essere solidali, di condividere e di avere cura gli uni degli altri “.
La Congregazione si prepara per il Capitolo generale, non semplicemente cercando di mettere a punto i migliori metodi operativi. “Non siamo macchine per l’organizzazione o comunità nate per ottenere la massima efficienza; siamo fratelli religiosi.”

Consigli per il suo successore?

P. Ornelas appartiene ad un gruppo molto piccolo. Oltre a lui, ci sono solo altri due confratelli che hanno ricoperto il ruolo  di Superiore Generale: p. Antonio Panteghini e il Vescovo Virginio Bressanelli.

Ornelas high five“Abbiamo sviluppato un legame speciale, un collegamento forte”, ha detto p. Ornelas.
Quando gli abbiamo chiesto se aveva dei consigli da dare al prossimo Superiore Generale, Ornelas ha ricordato quello che gli disse p. Bressanelli.
“Gli chiesi di rimanere per un paio di settimane dopo la mia elezione, ma mi rispose, ‘non ho molto da insegnare, si deve trovare la propria strada e Dio ti accompagnerà.’
“Penso la stessa cosa. Il miglior consiglio che posso offrire è quello di condividere la storia della congregazione. E’ fondamentale sentire la chiamata di Dio nella Congregazione. Il compito del Superiore Generale è stato sempre quello di aiutare la Congregazione a scoprire come il carisma dehoniano può parlare al mondo, in un particolare momento storico. ”

The general administration in 2009General Administration 2009 B

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