Quella fredda mattina di martedì 8 dicembre 1874, l’ultimo dei Vicari parrocchiali, arrivato il 3 novembre 1871, sale sul pulpito della Basilica di Saint-Quentin per tenere il sermone in occasione del ventesimo anniversario della proclamazione del dogma dell’Immacolata Concezione da parte di papa Pio IX.
Leone Dehon pronuncia questo sermone per esporre il senso di questo dogma dell’Immacolata. Sottolinea del dogma l’esenzione che proclama dal peccato originale della Madre di Gesù, lo trova un mezzo molto adatto per assicurare la protezione materna di Maria in quei “tempi di problemi e tempeste”.
Ma siamo davanti ad un discorso che colpisce anzitutto per la forza che cerca di dare al concetto di Chiesa. Siamo davanti alla spiegazione e sostegno che Dehon fa delle implicite condanne che questo dogma porta in sé contro i cosiddetti “errori” del suo tempo. Ecco, si può sentire la ferrata difesa che Dehon fa di una Chiesa che esce, ferita, dal convulso e violento periodo rivoluzionario, e si chiude ferocemente alle idee che hanno scaricato contro di essa per sottrarle anime e società.
Amare la Madonna è la strada per il nuovo ritorno di Cristo come centro e senso effettivo di tutte le cose. Di questo, Lourdes sarà il riferimento più chiaro. Un’opportunità dunque, in quest’oggi, per affacciarsi al pensiero e sentimento di Dehon riguardo a un mondo tanto amato quanto resistente al ritorno di un ordine delle cose ormai perso.
Comunque, lasciamo risuonare l’invito finale di Dehon ai suoi parrocchiani: “Confiance donc, mes frères ! Ayez confiance sans vous endormir dans la sécurité ; priez et agissez”.