20 marzo 2023
20 mar 2023

Il ciclone Freddy devasta il Mozambico

Un devastante ciclone ha colpito duramente il Mozambico. 53 morti, oltre 21 mila famiglie colpite e distruzione ovunque. Anche i dehoniani hanno subito ingenti danni. P. Sandro Capoferri, superiore provinciale, ci informa sulla situazione e fa appello alla solidarietà.

di  Sandro Capoferri, SCJ

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É stato chiamato Freddy. Portava il nome di un vecchio caro amico, uno da cui ci sia aspetta una visita. Ed è arrivato. Ma non era un vecchio amico, bensì un Ciclone Tropicale!

Dopo essere passato in Madagascar, dove ha fatto grandi danni, ha visitato il Mozambico per due volte. La prima nel Sud del Paese, in particolare la provincia di Inhambane (alla fine di febbraio 2023). Poi è ritornato verso il mare, si è di nuovo rinforzato e ha fatto un percorso più settentrionale, entrando decisamente poco a nord della città di Quelimane, dove sono presenti due comunità dehoniane.

Il sabato 11 e la notte tra sabato e la domenica 12 il ciclone si è abbattuto sulla città e dintorni, con raffiche di vento di 180 kmh, raggiungendo punte di 215kmh. E così ha lasciato dietro di sé una scia di distruzione e almeno 53 morti (secondo i dati diffusi dalle autorità).

Secondo le prime valutazioni sono almeno 21mila le famiglie colpite direttamente dalle conseguenze dei venti e della pioggia; circa 6.600 le case distrutte totalmente e 9.800 in forma parziale; 2200 le case inondate. 39 unità sanitarie e 519 sale di scuola sono state danneggiate. Si calcola inoltre che circa 200mila ettari di colture siano rimaste completamente distrutti. A questa si aggiunge la caduta di molti pali e la rottura di fili che trasportano l’elettricità, e l’interruzione delle comunicazioni telefoniche e della fornitura di acqua potabile.

Passata una settimana la situazione si aggrava dal punto di vista sanitario: il colera ha fatto la sua apparizione e ci sono già molti casi che preoccupano le autorità sanitarie.

Nel frattempo in alcuni quartieri si è riusciti a ristabilire la fornitura di elettricità, non ancora dell’acqua. Le linee telefoniche cellulari han ricominciato a funzionare, seppure con qualche deficienza.

I centri di raccolta (soprattutto scuole o edifici di culto che non abbiano avuto danni) albergano le persone che hanno perso la casa, o che hanno danni alla struttura residenziale. Ricevono aiuti dall’agenzia statale che si occupa della gestione delle calamità (INGC).

Anche noi dehoniani abbiamo avuti danni.

La situazione è la seguente:

  • Il tetto della casa provinciale ha resistito e non è stato danneggiato. Il salone adiacente ha visto però parte della copertura volare via, e così la pioggia intensa è penetrata nella sala. Non abbiamo avuto danni vista la presenza solo di sedie. Però il tetto sarà da rifare completamente. Il giardino è stato decimato: 5 grandi alberi di mango sono stati abbattuti, e lo stesso alcune palme, e altri alberi più piccoli. L’acqua stagnante è ancora presente, e inizia a spargere la puzza tipica del marciume.
  • Nell’altra comunità, la Casa S. Cuore di Gesù, la nostra casa di formazione per gli aspiranti, ha avuto ben altri danni. La parte che ospita i giovani candidati, specie la parte delle stanze comuni e bagni, ha visto la copertura del tetto volare via, e le stanze sono state inondate. Nessun giovane ha subito danni fisici, ma solo tanta paura. Sarà una struttura da ricoprire di nuovo. Anche la cappella ha avuto danni abbastanza notevoli, sia per le lastre di copertura strappate via dal vento, sia per la pioggia che entra e rovina sia la controsoffittatura come pure sporca continuamente i pavimenti e la zona dell’altare. Anche due verande sono state strappate via. Non si contano gli alberi abbattuti nel giardino di casa.

Abbiamo iniziato contatti con costruttori locali per fare dei preventivi di spesa per la riposizione dei tetti, e prevediamo una spesa ingente.

Facciamo appello alla solidarietà di tutti, sia per il recupero delle nostre strutture sia per avere qualche fondo a disposizione per soddisfare le molte richieste di persone che chiedono un aiuto per rimettere in sesto il tetto.

Nonostante tutto ciò in Quelimane abbiamo celebrato la memoria della nascita di Pe. Dehon, ringraziando la protezione che abbiamo ricevuto nella notte del ciclone, visto che nessuno nelle nostre case e comunità ha avuto danni fisici.

E ringraziamo fin d’ora la solidarietà di tutti coloro che vorranno aiutarci, chiedendo per tutti le abbondanti grazie e benedizioni del Cuore di Cristo.

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