26 novembre 2025
26 nov 2025

Una Testimonianza di Fedeltà… Fino alla Fine – Riflessione di un Dehoniano Polacco

Nel 1964, 28 Dehoniani furono assassinati in Congo durante una violenta ribellione. Furono assassinati anche suore, medici, un prete diocesano e membri del clero protestante.

di  Agnieszka Pukowska

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Ogni anno, il 26 novembre, i Dehoniani meditano sulla testimonianza di vita dei 28 missionari assassinati nel 1964 in Congo. Essi morirono durante una brutale ribellione che, oltre alle tensioni etniche e razziali, era caratterizzata anche, come sottolinea Padre Stanisław Mieszczak SCJ, da un’«enorme odio per tutto ciò che è cristiano».

L’Inizio della Commemorazione – Impulsi dalla Chiesa Universale

L’idea di istituire un giorno della memoria è nata intorno all’anno 2000. Come ricorda Padre Mieszczak: «Nell’anno del Grande Giubileo, Giovanni Paolo II ha sottolineato che nella Chiesa, oltre ai santi e ai martiri, abbiamo anche testimoni della fede, grandi cristiani che hanno sacrificato la propria vita al servizio del Vangelo e di Cristo».

Queste parole del Papa hanno a loro volta attirato l’attenzione dell’allora Superiore Generale della Congregazione, Padre Virginio Bressanelli, SCJ, sui Missionari del Verbo Divino che erano morti come testimoni della fede e di cui si era parlato poco nella Congregazione per anni. In occasione della fase finale del processo di beatificazione di Padre Jean Marie de la Croix, il Padre Generale ha ricordato i Dehoniani assassinati in Congo, e ha quindi intrapreso sforzi per ristabilire la loro memoria.

Uno dei sacerdoti coinvolti in questo lavoro dal Padre Generale fu Padre Stanisław Mieszczak, il quale fu ulteriormente motivato dal suo rapporto personale con Padre Fiorino Gheza, SCJ, uno dei sopravvissuti al massacro. Durante gli anni in cui lavorarono insieme a Roma, Padre Fiorino parlava poco di questi eventi, ma proprio prima dell’anno 2000, ne parlò per la prima volta in modo profondo e maturo – non come una tragedia, ma come un sacrificio consapevole della sua vita offerto a Cristo.

Un Sacrificio di Vita, Non Solo una Morte Tragica

Sebbene ci sia un chiaro elemento di ribellione anticoloniale nella rivolta congolese, il modo in cui i missionari furono assassinati non lascia dubbi sulla natura religiosa della loro morte.

Un esempio è Padre Bernard Longo, SCJ, che i ribelli, il 3 novembre 1964, posero di fronte alla croce di Cristo, gli ordinarono di guardare la croce, e commisero il loro crimine in quel luogo. Scene come questa, sottolinea Padre Mieszczak, testimoniano le motivazioni dei persecutori.

I missionari non sono semplicemente morti; hanno accettato il loro destino con piena consapevolezza del loro sacrificio. Questo è confermato dalle parole di Papa Paolo VI che, nel 1965, ricevendo in udienza i sopravvissuti, dichiarò che essi erano stati «giudicati degni di soffrire per il nome di Gesù».

Anche Padre Mieszczak crede che non si sia trattato solo di una morte derivante da disordini politici: «Non c’è dubbio che i nostri missionari uccisi in Congo siano, nel senso pieno del termine, testimoni del nostro Signore attraverso le loro parole, le loro azioni e, infine, la loro morte — una morte accettata per amore del Signore e nel Signore». Di conseguenza, i Dehoniani possono legittimamente sperare che essi siano già stati stabiliti in cielo come intercessori per il loro ordine.

La Nascita di una Nuova Tradizione

In risposta a questi impulsi dell’anno 2000, in molti paesi furono organizzati in tutta la Chiesa dei «servizi di testimonianza».

Anche Padre Stanisław Mieszczak organizzò un tale servizio a Cracovia. Vi parteciparono membri della Congregazione, novizi, ex-allievi, molti residenti della città, e Padre Fiorino Gheza, SCJ, uno dei sopravvissuti al massacro, giunto da Roma. Questi eventi dell’Anno Santo segnarono anche l’inizio della tradizione annuale delle giornate della memoria Dehoniana.

26 Novembre, Giornata della Memoria Dehoniana

Il Giorno della Memoria nella Congregazione è il 26 novembre, ma la sua preparazione spirituale inizia il 3 novembre, giorno della morte di Padre Longo, il primo ad essere assassinato. Queste tre settimane sono un tempo di preghiera e riflessione.

Le comunità Shalom di tutto il mondo, utilizzando documenti preparati dalla Curia Generale per le letture e le riflessioni spirituali, si riuniscono in questo giorno per il momento centrale della celebrazione, che è la Santa Messa e l’adorazione del Santissimo Sacramento.

Tuttavia, il messaggio spirituale più importante di questo periodo è: il ricordo non può essere una semplice reazione emotiva alla storia. Per i loro confratelli, i martiri del Verbo Divino rimangono un appello alla fedeltà alla loro vocazione, a vivere «non per se stessi, ma per Cristo», con volontà di sacrificio e dedizione.

Come sottolinea Padre Mieszczak, fare tesoro della loro memoria è sia un’azione di ringraziamento per la loro testimonianza sia una preghiera per il rafforzamento della fede e dello zelo al servizio del Regno di Dio.

Le Foto: Qui riposano i nostri confratelli sacerdoti del Sacro Cuore di Gesù (SCJ), dei Comboniani e le suore della Dottrina Cristiana e Francescane Missionarie di Maria uccisi dai ribelli Simba nel 1964.

Scattate dagli SCJ in Congo, il 25 novembre 2025, presso il Cimitero di Makiso, durante la preghiera del Rosario.

 

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