26 luglio 2021
26 lug 2021

Missione e Chiesa, Denaro e Nazione. Reinterpretare p. Dehon

Con la sua abilitazione, Neuhold ha presentato un quadro innovativo, metodologicamente innovativo e scientificamente oggettivo della vita e dell'opera di una delle figure centrali del cattolicesimo francese di fine Ottocento e inizio Novecento, che può essere letto in modo stimolante.

di  Jürgen Strötz

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Neuhold, David: Mission und Kirche, Geld und Nation. Vier Perspektiven auf Léon G. Dehon, Gründer der Herz-Jesu-Priester. – Stuttgart: Kohlhammer 2019. 454 pp. (Studien zur christlichen Religions- und Kulturgeschichte, 25), prezzo € 65,00 ISBN: 978-3-17-036398-4

La vita e l’opera di Leo Gustav Dehon (1843-1925), fondatore dei Sacerdoti del Sacro Cuore (SCI), è stata oggetto di una storia dell’accoglienza mutevole, in parte contraddittoria, che ha la sua ragione di essere non solo nella simbiosi di misticismo, nazione e politica venuta alla luce nella sua persona. Gli approcci biografici adottati finora, per lo più della sua stessa comunità, mostrano quindi un ampio spettro di interpretazioni, che di solito hanno sollevato più domande che risposte. È quindi lodevole che la tesi di abilitazione di David Neuhold, presentata all’Università di Friburgo nel 2018 e ora in fase di stampa, apra nuovi e molteplici approcci a questo complesso tema di ricerca. Essa fornisce quindi un contributo ai contorni scientifici e biografici di Dehon che difficilmente può essere sopravvalutato. Come l’autore stesso sottolinea più volte, non si tratta affatto di una presentazione “definitiva” o “completa”, ma cerca di affrontare il suo argomento in “quattro cerchi o ellissi” che definiscono gli spazi della questione (21), cioè: 1) all’interno della congregazione di Dehon, 2) all’interno dell’interno istituzionale della chiesa cattolica, 3) nell’ambiente dell’economia e della religione e infine, 4) nel campo della tensione tra religione, nazione e politica (ibidem). A questo proposito, la presentazione e la spiegazione del suo approccio multiprospettico – che egli ha metaforicamente intitolato “sguardo e contatto” (17-68) – è di grande importanza per comprendere ciò che segue, che riscatta le premesse qui esposte in dettaglio. Interessanti, perché vanno oltre l’argomento eppure sono per lui indispensabili, sono anche le classificazioni della persona e dell’opera di Dehon nel “mondo del pensiero” cattolico, soprattutto nel mondo francofono, alla fine del XIX secolo e nei primi decenni del XX secolo, che non sempre è familiare a molti lettori. Esse fanno da sfondo all’ormai incipiente punto focale della ricerca, il cui “filo conduttore” è la tensione tra innegabili successi, aree di frizione e sconfitte.

Nel primo capitolo (69-125) N. presenta la posizione di Dehon nella sua congregazione e la sua “vera” missione in Tunisia, che divenne la delusione personale del Superiore generale e gli portò molti rimproveri. Tuttavia, nella ricezione degli eventi di Tunisi, Neuhold non arriva a un’interpretazione indipendente, ma si riferisce e soppesa solo i giudizi dei biografi precedenti. Il secondo capitolo (127-219) fa un tentativo di classificazione in relazione alla decisione epocale del Sant’Uffizio di abolire l’istituto di Dehon nel 1883 sulla base di una fondamentale critica disciplinare, teologica ed ecclesiastica (129). A tal fine, Neuhold non solo analizza i singoli dettagli di questo processo, ma mostra anche le strutture di base della gestione dei conflitti di Dehon e i sintomi che li accompagnano. In questo modo l’autore riesce a interpretare correttamente l'”anno terribile” del 1883 e a presentare nuovi punti di vista al riguardo. Il denaro e il suo utilizzo è l’argomento che Neuhold affronta nel terzo capitolo (221-309) sotto il titolo “Religio et oeconomia”. Si occupa del “pensiero e dell’azione economica” del ricco Dehon nel contesto di una struttura economica in forte mutamento in Francia alla fine del XIX secolo. Dopo aver “vagato” attraverso le “altezze” per mezzo di fonti testuali esemplari selezionate e da lui qualificate, Neuhold si impegna ad affrontare la “sottostruttura” finora poco conosciuta, le “pianure” della concreta, quotidiana e ben fondata situazione economica della fondazione di Dehon. In questa sezione diventa evidente che per Dehon i poli “economia” e “religione” non erano opposti, ma formavano un’unità che egli interpretava, elaborava e teneva insieme come attore del pensiero integrale del cattolicesimo e della democrazia cristiana di ispirazione sociale nello spazio religioso (299). Qui Neuhold arriva a un risultato che non è mai stato formulato così chiaramente in letteratura e che rivela nuove prospettive al di là dell’argomento. “Patria e nazione” nel contesto della religione e del senso della missione imperiale francese sono i concetti chiave a cui è dedicata la ricerca del quarto capitolo (311-390). Anche in questo caso lo studio del simbolismo nazionale francese, in particolare della bandiera tricolore, è di fondamentale importanza. Le discussioni e le dichiarazioni di Dehon su questo argomento possono sembrare un po’ strane ai lettori di oggi, ma completano e accentuano il quadro biografico dell’uomo il cui processo di beatificazione è stato sospeso nel giugno 2005 a causa delle dichiarazioni antisemite nei suoi scritti. Neuhold purtroppo affronta questo aspetto solo in un breve sottocapitolo (capitolo IV, 5.9, 378-384), e questo come “un aspetto” del “discorso nazionale” di quel tempo. In conclusione, il libro offre alla fine, con “Linee di Conclusione” [sic!] (391-471), il tentativo di una sinossi “completa”, certamente più nel senso di una questione aperta che di un giudizio finale. In questo senso, la premessa originaria di Neuhold non è contraddetta: un indice di figure (418) e schemi (419), una “linea temporale” un po’ scarna (420), un elenco meticolosamente completo di fonti e letteratura (421-443), nonché un utile registro di persone e luoghi (444-453) e un registro prescindibile di passi biblici (454) completano infine l’indagine.

Con la sua abilitazione, Neuhold ha presentato un quadro innovativo, metodologicamente innovativo e scientificamente oggettivo della vita e dell’opera di una delle figure centrali del cattolicesimo francese di fine Ottocento e inizio Novecento, che può essere letto in modo stimolante. L’autore sa rendere trasparente la complessità e le contraddizioni di Dehon e creare così un documento umano che rende grande giustizia al soggetto. Le figure e le grafiche sono espressive, anche se non sempre di buona qualità di stampa. La mancanza di un esame più approfondito dell’antisemitismo di Dehon può essere deplorata; pertanto sarà riservata ad ulteriori ricerche scientifiche. In breve, il libro di Neuhold è un’opera di alto livello teologico, la cui analisi e valutazione delle fonti può essere descritta come esemplare ed è quindi altamente raccomandata.


Theologische Revue 116 (2020)

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