Padre Martino Capelli, SCJ, Martire della Seconda Guerra Mondiale, Prossimamente Beatificato
Il nome «Martino Capelli» è diventato molto presente nell'attualità ecclesiale nelle ultime settimane; più precisamente dalla promulgazione del decreto di riconoscimento del suo martirio. Per comprendere meglio le implicazioni di tale decreto, ci siamo avvicinati a Padre Ramón Domínguez Fraile, SCJ, postulatore della Congregazione.
Il 21 novembre 2025, il Santo Padre ha autorizzato la promulgazione del decreto che riconosce il martirio del Servo di Dio, Padre Martino Capelli, sacerdote italiano, membro della Congregazione dei Sacerdoti del Sacro Cuore di Gesù. Questo decreto apre la strada alla sua beatificazione. Per comprendere meglio di cosa si tratti concretamente, abbiamo intervistato il Postulatore della Congregazione, Padre Ramón Domínguez Fraile, SCJ, sui dettagli di questo processo canonico, sul contesto storico del suo martirio e sull’impatto di questo riconoscimento per la Chiesa e la famiglia dehoniana.
L’Intervista
Padre Ramón Domínguez, il 21 novembre 2025, il Santo Padre ha autorizzato la promulgazione del decreto che riconosce il Martirio del Servo di Dio, Padre Martino Capelli, SCJ. Che cosa significa concretamente questo riconoscimento ecclesiastico?
Significa semplicemente che la Chiesa riconosce ufficialmente il martirio di Padre Capelli. Riconosce che Padre Capelli è stato martirizzato e assassinato per odio alla fede (odium fidei). È un riconoscimento ufficiale che convalida l’integrità dell’intero processo canonico.
Prima di proseguire, cosa possiamo ricordare della vita di Padre Martino Capelli, SCJ?
Martino Capelli è nato nel 1912 a Nembro, un piccolo paese vicino a Bergamo, in Italia. Entrò nella congregazione nel 1930 e fu ordinato sacerdote nel 1938. Morì a Pioppe di Salvaro, vicino a Bologna, in Italia, nel 1944, dove fu martirizzato.
Vorrei sottolineare una data meno conosciuta ma simbolica: il 12 dicembre 1931, giorno della festa di Nostra Signora di Guadalupe. Fu in quel momento che formulò la sua “petizione di martirio”, chiedendo alla Vergine di concedergli di essere martire un giorno. Insomma, la vita di Padre Capelli può riassumersi così: ha sempre desiderato essere un buon sacerdote, un missionario e un martire.
Potrebbe descrivere il contesto storico e situazionale del suo martirio?
Siamo in piena Seconda Guerra Mondiale. Le truppe naziste avevano invaso l’Italia, e la regione di Bologna era particolarmente occupata da numerose truppe tedesche.
Padre Martino Capelli si recò in un piccolo paese vicino a Bologna per aiutare un altro sacerdote, Monsignor Melini. È lì che incontrò Don Elia Comini, che sarebbe diventato il suo compagno di martirio. È durante quell’estate del 1944, nel momento in cui si verificano questi eventi, che le truppe naziste commettono massacri nella regione di Monte Sole, vicino a Bologna.
Padre Martino Capelli e Don Elia Comini morirono e furono martirizzati il 1° ottobre, ma anche altri sacerdoti, religiosi e molte persone furono assassinati. Furono uccisi per odio alla fede (odium fidei), a causa del loro status di sacerdoti e, soprattutto, perché erano rimasti nel villaggio per aiutare la popolazione. I nazisti li massacrarono semplicemente perché erano sacerdoti e odiavano Gesù Cristo.
Quanto tempo è durato questo processo canonico fino all’emissione di questo decreto di riconoscimento ufficiale?
È stato un processo piuttosto lungo e complesso. È iniziato nella provincia italiana della Congregazione e nella diocesi di Bologna, che hanno promosso la causa congiuntamente con i Salesiani.
Il processo diocesano si è svolto tra gli anni ’80 e ’90. All’epoca, era incentrato sullo studio delle virtù. È solo più tardi, in particolare tra il 2018 e il 2019, dopo la presentazione dei documenti al Dicastero, che si è cominciato a sollecitare il riconoscimento del martirio e a chiedere che la causa fosse esaminata sotto tale angolazione. È in quel momento che l’intero processo è stato modificato affinché Padre Capelli e Don Elia Comini fossero riconosciuti come martiri. È un percorso lungo e complicato, ma alla fine siamo riusciti a ottenere il riconoscimento ufficiale del loro martirio.
Come dobbiamo chiamare d’ora in poi Padre Martino Capelli?
Dall’autorizzazione papale di promulgazione del decreto, il 21 novembre, fino al momento della sua beatificazione, Padre Martino Capelli è chiamato ufficialmente Venerabile Servo di Dio Martino Capelli.
Quando è prevista la cerimonia di beatificazione?
È difficile rispondere a questa domanda con certezza, poiché la data esatta non è ancora nota. Si può comunque anticipare che la cerimonia di beatificazione potrebbe aver luogo alla fine del 2026. È difficile fissare un giorno preciso perché, al momento, la Congregazione dei Salesiani, la Diocesi di Bologna e la nostra Congregazione devono consultarsi con la Segreteria di Stato e il Dicastero per le Cause dei Santi per stabilire una data. Sebbene non si possa annunciare nulla di concreto, è certo che avverrà nel 2026.
In che modo i fedeli in generale e la grande famiglia dehoniana in particolare possono accompagnare e sostenere questo processo di beatificazione?
Menzionerei tre cose molto semplici. La prima è conoscere la vita e il martirio di Padre Martino Capelli, così come del suo compagno, il Salesiano Don Elia Comini. La seconda è pregare per l’intercessione del Venerabile Servo di Dio, Padre Martino Capelli. Esiste una preghiera a lui dedicata, mediante la quale possiamo sollecitare la sua intercessione. Infine, la terza è rallegrarci e partecipare a tutte le attività che saranno comunicate durante questa preparazione alla beatificazione. Padre Martino Capelli, come tanti altri, è un profeta dell’amore e un servitore della riconciliazione, come stipulano le nostre costituzioni. È una testimonianza che dobbiamo studiare, conoscere e, soprattutto, di cui dobbiamo sollecitare l’intercessione.


