Il 09 ottobre è stata celebrata la Giornata Giubilare della Vita Consacrata. Erano più di 16.000 persone, provenienti da oltre 100 Paesi diversi, per celebrare con il Santo Padre la gioia della vita consacrata. Abbiamo seguito quattro Dehoniani (SCJ) durante questa celebrazione.
In occasione della celebrazione del Giubileo della Vita Consacrata in Piazza San Pietro, Papa Leone XIV, nella sua omelia, è partito da tre verbi tratti dal Vangelo (Lc 11, 9) per sottolineare la bellezza dei tre voti religiosi principali. Si tratta dei verbi “chiedere”, “cercare” e “bussare“, che fanno rispettivamente riferimento a povertà, obbedienza e castità.
Questo richiamo ai pilastri fondamentali della vita consacrata ha permesso agli oltre 16.000 consacrati riuniti in Piazza San Pietro di ravvivare la bellezza del loro impegno. Tra i partecipanti a questa celebrazione giubilare, la nostra attenzione si è concentrata su quattro confratelli Dehoniani (SCJ), provenienti rispettivamente dall’India, dal Brasile, dalla Spagna e dal Mozambico, che hanno accettato di condividere la loro esperienza personale e il senso rinnovato della loro vocazione.
P. Joseph Kasmir, SCJ: Gioia e gratitudine nella Comunità
Padre Kasmir sottolinea la gioia e la gratitudine che derivano dalla natura fraterna e internazionale della vita religiosa.
« Per me, il Giubileo della Vita Consacrata è stato un momento di profonda gioia e gratitudine nel riscoprire la bellezza e la grandezza dell’appartenere alla grande famiglia di migliaia di persone consacrate. »
P. Ângelo José Adão, SCJ: La risposta naturale all’Amore 
Padre Adão descrive la vita religiosa come una reazione – una risposta naturale e impellente all’insufficienza di un’esistenza egocentrica.
“La vita religiosa, per me, è una reazione. Quando non è più possibile vivere solo per me stesso, quando l’amore rivolto unicamente a me diventa insopportabile, e nasce, irresistibile, il desiderio di vivere per il Signore — allora la vita religiosa è la risposta naturale, l’eco più vero di questa chiamata interiore.”
P. Ramon Dominguez, SCJ: Un Dono che si dona
La dichiarazione di Padre Ramon Dominguez, SCJ, ruota attorno a due concetti principali: l’evidenza della presenza attiva di Dio e la natura dinamica della vocazione consacrata.
« La diversità della Vita Consacrata mi fa vedere che Dio continua a riversare la Sua Grazia nel mondo attraverso tanti religiosi e religiose che donano la loro vita diffondendo l’amore per Dio e per le persone più bisognose. Questo mi fa vivere nella gioia, nella disponibilità, nella generosità e nel dono di sé. È qui che vedo la grande bellezza della vita consacrata: è un Dono che si dona. »
P. Eugenio Tarua, SCJ: Fraternità, Internazionalità e Promessa del Vangelo
Padre Tarua fornisce in modo conciso due pilastri principali che sostengono il suo impegno nella vita religiosa.
« In due frasi, direi: (1) La vita fraterna e l’aspetto internazionale del nostro vissuto; (2) La gioia di vivere l’attualità della promessa di Gesù: ‘Chiunque avrà lasciato…. per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna. (Mt 19, 29). »