10 febbraio 2016
10 feb 2016

Quaranta giorni per andare oltre

di  Rinaldo Paganelli, scj

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mercoledi-ceneri IT

La realtà di ogni giorno a volte ci chiede di fare il primo passo per creare fiducia tra le persone e i popoli, attraverso segni di accoglienza reciproca tra razze e culture. In quest’epoca in cui tante porte si chiudono e molteplici iniziative sono naufragate, si sono aperte in tutte le diocesi del mondo le porte delle cattedrali perché si osino fare dei gesti di accoglienza verso coloro che appartengono ad un’altra origine, convinzione, modo di pensare, di vivere, di credere, semplicemente di essere.

I quaranta giorni della quaresima che ci stanno davanti possono diventare un laboratorio in cui esercitare un modo di pensare diverso rispetto ai modelli che i processi di modernizzazione spesso hanno prodotto. È un tempo propizio per guardare al versante invisibile della realtà. A livello personale lasciare l’apparenza per andare alla sostanza, abbandonare la mancanza di speranza e di futuro per trasmettere sogni e desideri, rifiutare la disumanizzazione per tirar fuori insieme l’umanità sopita. A livello sociale immettere attenzioni che dal potere conducano al servizio, dalla manipolazione alla forza per la verità, dall’amore per la morte, all’amore per la vita.

Tutto questo si vive tra due riti: cenere in testa il mercoledì delle ceneri, acqua sui piedi il giovedì santo. Un percorso in sé breve ma capace di ricreare fiducia in Cristo Gesù. Tanti santi hanno sperimentato che la fiducia nel Dio di Gesù crea la possibilità di avere uno sguardo nuovo verso la realtà, gli altri, il futuro, noi stessi. Saper riconoscere il bene che ogni persona apporta, saper elogiare, apprezzare mette in moto le energie, crea fedeltà e stimola positivamente all’azione. Guardare le persone con lo sguardo di Dio permette di ampliare con gratitudine e profonda ammirazione l’elenco dei volti della fiducia, che in questo tempo possiamo completare e contemplare.

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