P. Carlos e p. Levi hanno visitato le comunità dehoniane della Bielorussia durante le feste pasquali
Quest’anno, insieme al Superiore Generale, abbiamo celebrato il Triduo Pasquale in Bielorussia. È stata un’esperienza singolare per noi, dato il momento difficile che il Paese sta attraversando. Tuttavia, le celebrazioni erano piene di fedeli.
Abbiamo avuto l’opportunità di incontrare le sei comunità religiose in cui sono presenti i religiosi dehoniani. 13 confratelli compongono il distretto BYE, che è sotto la cura della Provincia polacca.
Fin dall’inizio, il governo generale ha pensato di visitare questa regione della nostra Congregazione, dove siamo presenti da più di trent’anni, precisamente dall’estate del 1990. La prima riunione del neonato Distretto si è tenuta il 28 ottobre 2002.
Sono stati i missionari polacchi che, con entusiasmo e dedizione, hanno fondato le prime comunità in terra bielorussa.
Da allora, ci sono state parecchie vocazioni da quel Paese. Dei 13 confratelli che lavorano nel distretto, 7 sono bielorussi, 5 polacchi e 1 moldavo. Ci sono anche un diacono e un sacerdote bielorussi che si trovano ancora in Polonia.
Le nostre comunità si trovano a Grodno, Postavy, Lachowicze, Worapojewo, Szarkowszczizna e Astryno. Tutte nelle zone settentrionali e nord-occidentali della Bielorussia.
Nonostante le difficoltà della situazione politica, le comunità proseguono il loro cammino con creatività e perseveranza, facendo ogni sforzo per preservare la loro fede e, soprattutto, per mettere in pratica ciò in cui credono. Lo dimostrano attraverso le numerose opere sociali che esistono nelle parrocchie, così come attraverso i pellegrinaggi e altre attività pastorali che riuniscono molti giovani e adulti in una manifestazione attiva e profonda della fede.
I cattolici in Bielorussia sono solo il 10,58%. La stragrande maggioranza appartiene alla Chiesa ortodossa con sede patriarcale a Mosca.
A causa della mancanza di opportunità nei piccoli villaggi, molti giovani migrano verso le grandi città in cerca di nuove opportunità di lavoro. Ciò comporta una popolazione più anziana, che rende più difficile il lavoro, soprattutto nelle zone rurali.
La Bielorussia è ricca di belle tradizioni slave e di un’eccellente cucina, come i draniki (piatti a base di patate e carne).
Padre Carlos e io siamo tornati con il cuore pieno di speranza, avendo visto con i nostri occhi come le persone sofferenti mantengono viva la loro fede e sperano in un miglioramento nel prossimo futuro.
Siamo molto grati ai nostri fratelli Scj per il lavoro che stanno svolgendo in Bielorussia e chiediamo a Dio di benedirli e incoraggiarli a continuare a servire il popolo di Dio in queste terre segnate dalla sofferenza.