17 maggio 2023
17 mag 2023

Vita e apostolato dei primi dehoniani (7)

Vita e apostolato dei primi dehoniani (7)
Padre Taddeo Captier fu una persona Intelligente ed erudita, ma anche scrupolosa, esaltata, visionaria, incapace di guidare a se stessa e gli altri. E tuttavia fu accolto nella Congregazione da p. Dehon.
di  Aimone Gelardi scj (ed.)
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Padre Taddeo (Giovanni Pietro) Captier (1831-1900)

 Era nato il 28 gennaio 1831 a St. Bonnet de Cray (Saône-et-Loire). Era entrato nella Congregazione dei Missionari del S. Cuore a Issoudun, probabilmente come oblato o fratello, giacché aveva una malattia nervosa che gli impediva di essere prete[1].

Mons. Lynch, vescovo di Toronto, nel 1874 visita Issoudun e gli conferisce gli Ordini, anche il sacerdozio, in meno di un mese. P. Captier considerò il fatto come un miracolo di Nostra Signora del S. Cuore, e più ancora quando, visitando il Curato d’Ars da questi gli aveva profetizzato che sarebbe prete in una congregazione del S. Cuore, nella quale tutto dipendeva dalla Madonna.

Mons. Lynch lo aveva ordinato poiché pensava di avere, nel padre Captier, un missionario in più per la sua diocesi, ma lui, una volta ordinato, non ne volle più sapere.[2] Dopo essere stato espulso nel 1879 dalla sua Congregazione, nel 1880 si avvicinò a Dehon e anche a Suor Ignazia, delle Ancelle del Sacro Cuore, alla quale sollecitò luce sulla sua vocazione. Voleva sapere se la nostra Congregazione era l’Ordine del Sacro Cuore che aveva visto in diverse visioni. La religiosa pensò di ricevere dal Signore la stessa risposta che aveva dato ai discepoli di Giovanni il Battista: “Dicano a Giovanni quello che hanno visto” (Mt 11, 4). Siccome lui si chiamava Giovanni Battista pensò che l’opera che aveva visto fosse l’opera divina che cercava.

Dehon, che aveva molta fiducia nelle “illuminazioni” di Suor Ignazia, il 21 novembre 1880 accettò nel suo istituto padre Captier che aveva 12 anni più di lui.[3] Fu un grande errore. Intelligente ed erudito, era però anche scrupoloso, esaltato, visionario, incapace di guidare a se stesso e gli altri.[4]Durante il noviziato corrispondeva con Suor Maria di Gesù, della Visitazione, a Bourg, direttrice e fondatrice della “Guardia d’onore”. Ella aveva di lui una bella stima e sapeva, da parte dell’abbé Deberney, parroco di Ars, che era entrato nella Congregazione di Dehon[5]. Anche lei sognava di fondare una Congregazione di sacerdoti vittime. Mons. Thibaudier, il 16 maggio 1881, scriveva a p. Dehon: «Sono molto contento sulle notizie eccellenti riguardo a padre Captier. Trattiamo della sua incardinazione a Saint Quintin. Nel frattempo, lei può lasciarlo fare e affidargli quello che vuole».[6]

P. Captier fece i primi voti religiosi nella Congregazione degli Oblati il 3 giugno 1881, primo venerdì del mese. Il suo noviziato era durato solo sei mesi e questo significa che Dehon lo stimava molto. È stato il quinto sacerdote entrato nella Congregazione.[7]

Finito l’anno scolastico 1880-1881 nel Collegio S. Giovanni, Dehon fece un altro viaggio per trovare una sede per le vocazioni del suo Istituto, dopo il precedente fatto l’anno prima, questa volta facendosi accompagnare da Captier che era in contatto con giovani che volevano entrare nella Congregazione. Era anche in corrispondenza con l’abbé Duret, Superiore del “Prado” a Lione, una “scuola” per ragazzi poveri fondata da P. Chevrier. Un’amica di sua madre, a Montbrison, voleva essere religiosa ed entrare nel convento delle Ancelle del Sacro Cuore a Saint-Quintino, ragione in più per accompagnare Dehon.[8]

Il 14 agosto 1881, entrambi si trovarono a Montbrison, a casa della famiglia Captier. Il 17 agosto a Lione, nel “Prado”, incontrarono quattro vocazioni, tre delle quali in parte preparate, che presto partirono per Saint Quintin.

A gennaio Dehon aveva già consultato il suo vescovo, Mons. Thibaudier, sulla sua idea di andare a cercare delle vocazioni a Lione. Il vecovo non era molto favorevole ma gli disse: «Se trova una vocazione veramente buona, la riceverò con gran gioia. Inoltre, da voi, soltanto possono entrare delle persone realmente buone»[9].

Continuarono il cammino verso Ars, Bourg e Friburgo (CH). Dehon rientrò da Grenoble, dove si trovava Mons. Fava, senza aver trovato una casa per i suoi, ma molte speranze di future vocazioni. P. Captier passò di nuovo a Bourg.

Nel mese di maggio 1882, cominciò a dire che sentiva voci angeliche, canti di angeli, come annota Dehon nelle sue Memorie.[10] La Chère Mère e Suor Ignazia gli credevano  e appoggiavano, vedendo tutto come un miracolo in più del Signore a favore della Congregazione. La Chére Mére il 19 maggio scrive a Dehon rallegrandosi per ciò che sta succedendo a Captier[11].

Questi, esaltato da una conferma così solenne da parte del Signore, finì col credersi co-fondatore dell’Istituto, e iniziò a scrivere preghiere, costituzioni nonché un direttorio spirituale[12]. Nel giugno 1882 il vescovo comincia a sentirsi inquieto a causa delle illusioni di Captier. A Roma, aveva già consultato la Santa Sede sulle supposte rivelazioni di Suor Maria di S. Ignazio. La risposta arriva il 28 marzo: «Bisogna muoversi con prudenza e discrezione e mantenere le cose nel più stretto riserbo».[13]

C’era inoltre una difficile situazione politica anticlericale da parte dello Stato e questo costringeva il Vescovo a essere esigente e severo. A Dehon sarebbe piaciuto ottenere l’approvazione della Congregazione da parte di Roma, e, prima del viaggio nel mese di febbraio, aveva consegnato a Mons. Thibaudier, un documento indirizzato alla Santa Sede in cui informava sul suo Istituto, con la petizione di avere presto una prima approvazione. Il documento fu consegnato da Mons. Thibaudier il 10 marzo 1882. L’8 ottobre, il Vescovo chiede a Captier di fare un riassunto della sua biografia spirituale e una descrizione, in quanto possibile, delle presunte comunicazioni angeliche[14]. Il 3 novembre 1882 il Vescovo comunica a Dehon che gli piacerebbe che l’arcivescovo di Reims, Mons. Langenieux, fosse a conoscenza di quanto succedeva, sia con Suor Maria di Sant’Ignazio, sia con padre Captier.

Dehon inviò la documentazione richiesta.[15]Dal mese di luglio egli preparava la fondazione di una scuola apostolica e ne aveva chiesto l’autorizzazione a Mons. Thibaudier. Questa gli giunse il 7 agosto 1882, tramite Mons. Mathieu, arciprete di S. Quintino, con la condizione di avere in regola tutti i documenti richiesti dallo Stato.[16] Così il 21 novembre cominciò a funzionare Fayet, vicino a Saint-Quintin. Il primo Direttore fu Captier, malgrado fosse una persona un po’ eccentrica, squilibrata e con presunte visioni angeliche, che però al momento era l’unico nella Congregazione ad avere i documenti in regola per dirigere un “stabilimento libero”.

Dehon racconta che hanno iniziato con circa venti alunni, alcuni dei quali portati da p. Captier (Lione o settore della Loira), altri provenienti dall’Alsazia, grazie ai contatti con le Ancelle del Sacro Cuore.[17] Mons. Thibaudier il 19 novembre 1882, in una lettera a Dehon, aveva manifestato i suoi sentimenti su p. Captier, e anche le sue esigenze. Non crede nell’origine angelica delle sue comunicazioni e non vuole che si sappia niente su questo nel Collegio S. Giovani. Comunica che tutta la documentazione è stata consegnata a Mons. Langenieux, che nominerà una commissione d’investigazione.[18]

Nel frattempo Captier diventò una persona molto difficile, sperimentò un’influenza diabolica e voleva, a nome degli angeli, imporre dottrine sospettate di quietismo.[19] Scriveva anche un progetto di costituzioni: l’Ordine del S. Cuore avrà tre rami: contemplativi, attivi e misti, e vari rami di religiose, qualcosa di irrealizzabile. Diventò poco obbediente e sognava una vita d’amore al Sacro Cuore senza sacrifici né mortificazioni. La Chère Mère, cominciò ad allontanarsi da Captier e a ribellarsi contro il suo modo di agire.[20]

Gli alunni di Fayet sotto la sua direzione erano fervorosi, ma anche esaltati e ciò non poteva durare a lungo. Li incitava ad abbracciare la statua del Sacro Cuore, cosa in sé non cattiva, ma che cominciò a diventare troppo frequente. Uno dei giovani, Leone Bachelard, ebbe un’angina e si attribuì la guarigione alla Madonna: da questo momento anche lui cominciò ad avere una specie di estasi, diceva che il Dio Bambino era venuto a giocare con lui[21]…i fenomeni durarono tre giorni. Mons. Langenieux il 17 febbraio 1883, scrive a p. Dehon comunicando che la Commissione incaricata di esaminare i documenti, aveva concluso il lavoro e che aveva inviato tutto a Mons. Thibaudier. Ora toccava  alla Santa Sede dare suo giudizio.[22] Mons. Thibaudier consultò il Cardinale Ledochowski su cosa fare con i documenti e questi rispose che tutto doveva essere inviato al Sant’Ufficio. Così fu fatto il 21 aprile 1883.[23]

L’8 maggio, Dehon, ormai stanco di Captier, gli chiese più stabilità nelle sue disposizioni. Non può far credere che la devozione al S. Cuore dipende da autorità dubbiose: deve essere più docile[24] : “Diffida del tuo giudizio e obbedisci”. A giugno, Dehon è chiamato a Roma per fornire spiegazioni al Sant’Ufficio. Mons. Thibaudier gli chiese di andare, durante le vacanze estive, dopo gli impegni della fine del corso accademico, nel Collegio San Giovanni.

Fece il viaggio all’inizio di settembre, rientrando a Saint-Quintin il 30 dello stesso mese[25]. Passarono due lunghi mesi d’attesa. La Commissione dei Cardinali del Sant’Ufficio si radunò il 28 novembre e il 3 dicembre 1883 emise il Decreto di soppressione dell’Istituto: si credeva che Dehon avesse fondato la Congregazione appoggiandosi nelle supposte rivelazioni di Suor Maria Sant’Ignazio. La comunicazione gli fu fatta il giorno 8 dicembre festa dell’Immacolata, un duro colpo per Dehon. Il Sant’Ufficio gli chiede di separare dalle sue Costituzioni tutto quanto apparteneva a. Captier e al suo direttorio spirituale.[26] Captier abbandona la Congregazione l’11 gennaio 1884.[27] Il 5 dicembre 1892 Dehon annota nel Diario: «Mi ha scritto p. Captier per chiederci perdono per tutto il male che ci ha fatto. Il parroco di H. m’invia la sua lettera. Va bene, sono delle riparazioni tardive. Prego il Signore di perdonare tutte queste persone e all’Opera»[28].    


141Il testo è la ripresa redazionale, curata da padre Aimone Gelardi, della parte conclusiva di una serie di conferenze tenute da P. Egidio Driedonkx scj: GLI IDEALI E IL PROGETTO DI P. DEHON E LA RICEZIONE NEI SUOI PRIMI COMPAGNI (Titolo originale: Los ideales y el proyecto del P. Dehon y de sus principales primeros seguidores). Gli era stato chiesto di tenere alcune conferenze sul progetto di p. Dehon e di coloro che, con lui per primi vi aderirono, lo fece corredando le circa 50 pagine del suo lavoro di note e bibliografia per eventuali approfondimenti personali. La scelta di fare conoscere alcuni dei primi membri della Congregazione per noi, come per Driedonkx intende ricordare quanto hanno fatto all’inizio della storia della Congregazione.  Da qualche parte è scritto: «1Facciamo dunque l’elogio degli uomini illustri, dei nostri antenati per generazione… 10 furono uomini virtuosi, i cui meriti non furono dimenticati… 12La loro discendenza resta fedele alle promesse …» (Sir. 44, 1.10).  L’immagine che accompagna gli articoli, quasi a individuarne la serie, riproduce alberi secolari.

[2] Lettera P. Peeters MSC. da Stein, al P. Ducamp, 11.1. 1937. Archivio generale Roma, cartella personale p. Captier.

[3] NHV 7 XIV, 60-61; Dorresteijn, Vita e personalità di P. Dehon, p. 593s.; Cahiers Falleur, edizione francese, IV, 56 pp.144-145.

[4] M. Denis, Le Project du P. Dehon, STD 4, p. 53, nota 3.

[5] Lettera della Madre Maria del S. Corazón di Bourg a p. Captier, 20 dicembre 1880. AD:B. 82/2 inven. 110.301.

[6] NHV XIV, 66.

[7] Vassena, Cronistoria del Consummatum est, STD. 21, p. 40,

[8] Lettera P. Dehon alla Chère Mère, 29 marzo. 1881, AD. B. 19/1.1 inven. 229.06; STD 46.1 pp.247-248.

[9] NHV XIV, 66.

[10] NHV XIV, 149.

[11] STD 46 1 pp. 285-286. AD.B. 18/3.1.8. inven. 195.08.

[12] Vassena, STD 21, pp. 30-40.

[13] NHV XIV,129-138.

[14] NHV XIV, 129-139.

[15] NHV XIV, 132-133; Vassena, STD.21, pp. 63-68.

[16] NHV XIV, 106.

[17] NHV XIV, 142-143; Vassena STD 21 pp. 55-60.

[18] NHV XIV, 134-136.

[19] NHV XIV, 129.

[20] Informazione dalla Chère Mère a Mons. Thibaudier, 20 aprile 1888 STD 46.1, pp. 612-623 ; B. 34/6.

[21] NHV XIV, 149-150.

[22] NHV XIV, 140-141; Vassena, STD 21, pp. 71-72.

[23] NHV XIV, 137; Vassena STD 21, pp. 73-74.

[24] NHV XIV, 150-151; STD 46.1, p. 350.

[25] NHV XIV, 176-177

[26] Vassena STD 21, pp.78-81.

[27] Nel mese di gennaio la Chère Mère gli scrive di non perdere la calma e soffrire tutto con amore, STD 46,1. pp.476-477.

[28] NQT/1982 VI, 16v.

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