Celebrare la vita comunitaria nel Distretto del Vietnam
Dal 29 luglio al 1º agosto, il Distretto del Vietnam ha tenuto la sua assemblea annuale presso la comunità del Sacro Cuore, a Ho Chi Minh City, con tema centrale la vita comunitaria. Diversamente dagli anni precedenti, l’incontro ha incluso un seminario e un laboratorio animati da un sacerdote redentorista esperto, le cui riflessioni hanno suscitato un dialogo profondo e arricchente. Molti partecipanti hanno descritto l’evento come una delle assemblee più significative e feconde degli ultimi anni.
L’assemblea si è aperta con un momento di preghiera e adorazione, che ha stabilito un’atmosfera di fraternità e apertura, permeando l’intero incontro. Le prime sessioni hanno invitato i membri a riflettere sulle gioie e le sfide della vita comunitaria. Se da un lato è stata largamente espressa gratitudine per la vita condivisa, alcuni hanno confidato anche sentimenti di isolamento o difficoltà nel trovare il proprio posto all’interno della comunità. Questa condivisione sincera ha favorito una maggiore comprensione reciproca e un rinnovamento della solidarietà.
I laboratori
Un momento forte è stato il laboratorio di una giornata, condotto in vietnamita. Grazie alla sua profondità teologica e alla saggezza pratica, ha toccato profondamente i partecipanti e ha fornito una solida base per le discussioni successive. La dinamica del laboratorio è proseguita nelle sessioni di relazione, in cui le comunità e le commissioni del distretto hanno presentato le proprie realtà — condividendo successi, difficoltà e speranze per il futuro. Questi scambi hanno stimolato l’impegno e messo in luce un desiderio collettivo di crescita e rinnovamento.
I temi affrontati
Durante l’assemblea del Distretto del Vietnam, sono emersi diversi temi chiave, riflettendo il discernimento collettivo dei membri e tracciando orientamenti concreti per la crescita e il rinnovamento. La vita comunitaria è stata riaffermata come cuore della vocazione religiosa. È stato lanciato un forte appello affinché ogni comunità elabori un Progetto comunitario di vita (PCV) — non come strumento di controllo, ma come una mappa di cammino nata dal discernimento condiviso. Il PCV fornisce punti di riferimento per aiutare le comunità a rimanere fedeli alla loro missione e identità.
La formazione permanente è stata sottolineata come un cammino che dura tutta la vita, che prosegue oltre i voti perpetui o l’ordinazione. Le comunità sono state incoraggiate a coltivare una cultura di rinnovamento quotidiano attraverso la preghiera, lo studio, la riflessione, l’accompagnamento spirituale e un dialogo fraterno sincero. La formazione è stata presentata non solo come uno sforzo individuale, ma anche come una responsabilità comunitaria.
Gli scambi
Le discussioni hanno inoltre riaffermato l’importanza dell’identità dehoniana. Il carisma della Congregazione deve permeare tutti gli aspetti della vita — non soltanto alcuni ministeri o contesti formali. I membri sono stati invitati a tornare regolarmente alla Regola di Vita, come a un documento vivente che nutre la crescita spirituale e orienta la pratica quotidiana alla missione della Congregazione. Riflettendo sul rapporto con la Chiesa locale, i membri impegnati nella pastorale parrocchiale sono stati richiamati a restare radicati nella loro identità religiosa. È stata sottolineata l’importanza di una comunicazione efficace tra comunità, direzione del distretto e autorità diocesane — soprattutto per lo sviluppo delle iniziative dei Laici dehoniani e della Gioventù dehoniana, che devono rimanere al tempo stesso pastorali e spiritualmente radicate.
Pur non essendo stato affrontato direttamente nelle sessioni formali, il bisogno di protezione e salvaguardia è emerso come una preoccupazione centrale. Creare una cultura della protezione è stato riconosciuto come un imperativo morale e spirituale. I membri sono stati incoraggiati a difendere la dignità e la sicurezza di tutti, in particolare dei più vulnerabili, integrando i principi della salvaguardia a tutti i livelli della formazione e del ministero.
La disponibilità missionaria è stata inoltre rivisitata con rinnovata urgenza. I membri sono stati invitati a coltivare uno spirito di apertura — ad essere pronti a servire là dove i bisogni della Chiesa e della Congregazione sono più grandi. Questa disponibilità richiede più di una semplice mobilità fisica: domanda una disposizione interiore a superare i confini personali, culturali e ministeriali per amore del Vangelo.
Infine, l’assemblea ha riaffermato il valore del sint unum — essere di un solo cuore — soprattutto riguardo alla trasparenza finanziaria. È stato rivolto un forte appello a costruire sistemi di gestione responsabile che riflettano la dimensione comunitaria della vita religiosa. Gli sforzi di raccolta fondi devono essere trasparenti e assunti collettivamente, non portati avanti da singoli individui. La nuova amministrazione del distretto è stata incoraggiata a elaborare un piano di lavoro chiaro e a rivedere le strutture necessarie per sostenere questo obiettivo.
L’assemblea di quest’anno è stata più di una serie di riunioni: è stata un momento di grazia e di rinnovamento. Ha rafforzato i legami fraterni, chiarito le priorità comuni e ispirato un impegno più profondo a vivere il carisma dehoniano con fedeltà e creatività nei contesti mutevoli del mondo di oggi.