18 novembre 2017
18 nov 2017

Condividendo le esperienze

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La settimana del Colloquio dei Superiori Maggiori dehoniani a Roma prosegue, affrontando argomenti che traggono spunto dal vissuto personale dei partecipanti, che attraverso la condivisione delle loro esperienze danno lo spunto per una riflessione profonda sulla figura del superiore, su ciò che rappresenta e su ciò che si aspetta da lui.

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In particolare, nel pomeriggio di mercoledì 15 novembre, si è affrontato il tema della gestione del tempo: equilibrio tra impegno, cura spirituale e formazione personale.

Particolarmente interessanti sono stati gli interventi di p. José Munilla Martínez (ESP), p. Alexander Sapta Dwi Handoko (INA) e p. Alejandro Iglesias Benito (VEN).

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P. José sottolinea la difficoltà di riuscire a essere sempre presente per soddisfare le richieste dei confratelli e delle comunità. A volte si ha la sensazione di non sentirsi adeguatamente accompagnati in questo servizio. Per questo il consiglio provinciale è fondamentale. Essere superiore comporta avere una maggiore attenzione nei propri atteggiamenti, nelle proprie parole; tutto ciò che si fa lo si fa “come superiore” e non più come singolo individuo.

 

Secondo p. Alexander, ricordando il piano triennale della Provincia Indonesiana nel quale si rafforza la figura del dehoniano come “profeta dell’amore”, il futuro e la crescita della congregazione dipendono dalla nostra vicinanza con la gente, con le famiglie, dal tempo che dedichiamo loro: questo può portare nuove vocazioni.

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P. Alejandro, condividendo la sua esperienza, afferma che i molti impegni da seguire e il limitato numero dei confratelli di VEN, porta spesso a far sì che spesso ci sia una sostituzione gli uni con gli altri e così tutti sono consapevoli del lavoro che si svolge. Anche l’attuale situazione politica del Paese ci ha portato a condividere maggiormente il nostro tempo con la gente. Il buon clima nelle comunità favorisce la buona riuscita delle cose.

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Il lavoro nei gruppi si è sviluppato sul tema dell’ascolto reciproco, le cui conclusioni sono state poi riportate in assemblea, facendo seguito alla condivisione di p. Ronilton Souza de Araujo (BSP), che ha parlato del servizio dell’ascolto degli altri.

La mattina seguente, il 16 novembre, è stata caratterizzata dall’intervento di p. Oliviero Cattani (ITS), svoltosi come un vero e proprio colloquio tra i presenti, nel quale sono emersi diversi spunti di riflessione. Secondo p. Oliviero, non bisogna mai perdere di vista il “Sint Unum” come fine ultimo soffermandosi particolarmente su 3 punti: 1) percezione personale del servizio di autorità, cosa deve guidarci come superiori, essere consapevoli delle proprie capacità e dei propri limiti, per dare una immagine chiara di noi e del nostro servizio: è come essere il conducente di un autobus, che se sbaglia non mette a rischio solo la propria vita, ma anche e soprattutto quella di coloro che viaggiano con lui. Mai dimenticare di mettere al primo posto i confratelli. 2) Sviluppare delle relazioni vere, guadagnare la stima dei confratelli e non essere semplicemente un guardiano. 3) Creare dei modelli di comunità che siano veri spazi di condivisione fraterna.

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