11 dicembre 2015
11 dic 2015

III Domenica di Avvento

di  Rinaldo Paganelli,scj

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3-domenica

Sofonia 3,14-18: Gioisci figlia di Sion

La città amata è invitata ad uscire dalla sua solitudine e violenza per entrare nella condizione di “amata”, come Dio la vede e la vuole. C’è un legame tra questo inizio del brano di Sofonia e il saluto che l’angelo rivolge a Maria nella casa di Nazareth. Questo invito alla gioia viene dal ricordo delle opere di Dio (v.15), realizzate per amore di Gerusalemme. Dio è in mezzo al popolo e non c’è paura in esso; ciò che rimane è la gioia, che riguarda anche noi, quando siamo liberati dal male e dalla violenza. La tonalità nuziale del testo è evidente. Sempre il cammino di fede conduce a un legame sponsale tra Dio e il suo popolo e, in prospettiva, tra Dio e l’intera umanità.

Gl 2,21: Non temere, terra, ma rallégrati e gioisci, poiché cose grandi ha fatto il Signore.

Gv 15,1:Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.

Filippesi 4,4-7 State sempre lieti nel Signore

La letizia è una sfida alta, perché possiamo capire che ci siano momenti di letizia, ma ci possono essere anche molti momenti di non-letizia. La provocazione sembra essere quella di una nota di letizia che non ci deve  abbandonare mai. Possiamo essere lieti perché “Il Signore è vicino”, ormai è presente in noi e tra noi. Siamo al cuore della fede cristiana. Viviamo e celebriamo la sua presenza tra noi in ogni tempo, luogo e atteggiamento della nostra vita.La Pace è la suprema necessaria celebrazione di quella “presenza” del Signore che ci è stata annunciata con le parole: “Il Signore è vicino”. La Pace è la comunione, tra noi e Dio. Il volersi bene: tra noi e Dio, e tra di noi. Non è una situazione, quanto piuttosto un’incessante azione, un evento ininterrotto.

Qo 10,19: Per stare lieti si fanno banchetti e il vino allieta la vita

At 5,41: Essi allora se ne andarono via dal sinedrio, lieti di essere stati giudicati degni di subire oltraggi per il nome di Gesù.

Luca 3,10-18 Che cosa dobbiamo fare?

Giovanni rivendica che la sua profezia sia la grande occasione della conversione. Le folle accolgono l’ammonimento del Battista. Da qui la domanda sincera che viene rivolta da tutti: “Che cosa dobbiamo fare”? Nelle risposte, il Battista fa capire che nessuno è escluso dalla via della salvezza, qualunque sia la sua condizione. Mostra che nell’evento salvifico c’è una “progressione”. Assicura una preparazione che consente i primi passi anche di chi è molto lontano e deve cercare i primi segni della sua nuova condizione. Tutto questo è illuminato dalla profonda umiltà di Giovanni che si confronta con Colui che deve venire, presentandosi come l’ultimo dei servi, evitando così il pericolo di un equivoco e di un’appropriazione indebita. Con la sua morte in carcere profetizza la croce del Signore.

Ger 42,3: Il Signore, tuo Dio, ci indichi la via per la quale dobbiamo andare e che cosa dobbiamo fare”.

2Cor 5,10: Tutti infatti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, per ricevere ciascuno la ricompensa delle opere compiute

Per il confronto personale o in gruppo

–          Sai trovare un motivo per cui gioire?

–          Sei sempre lieto?

–          Stai facendo qualcosa di interessante?

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