26 novembre 2016
26 nov 2016

Vi ricordiamo!

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“Un segno perenne, ma oggi particolarmente eloquente, della verità dell’amore cristiano è la memoria dei martiri. Non sia dimenticata la loro testimonianza”. (Giovanni Paolo II, Inc. Misterium, 13)

“La Chiesa ha sempre creduto che gli apostoli e i martiri di Cristo, i quali, con l’effusione del loro sangue, hanno dato la suprema testimonianza della fede e della carità, siano con noi strettamente uniti in Cristo, e li ha sempre venerati con particolare affetto…” (LG)

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Durante il XXI Capitolo generale, su iniziativa della provincia tedesca, fu approvata la raccomandazione del paragrafo 8: “Il Capitolo Generale raccomanda al Governo Generale che promuova la conoscenza, la divulgazione e la celebrazione dei martiri Dehoniani e delle figure significative della nostra storia”.

Il Superiore Generale, p. José Ornelas Carvalho, in una lettera alla Congregazione del 31 maggio 2004, ha istituito il 26 novembre come il giorno della Memoria Dehoniana: “Il Governo Generale…. ha istituito la GIORNATA DELLA MEMORIA DEHONIANA, che passerà a essere celebrata tutti gli anni il giorno 26 novembre, giorno della morte di Mons. Wittebols scj…. La celebrazione di questa giornata diventi un’occasione per conoscere e ricordare quelle persone che hanno segnato la storia della provincia/regione/distretto e Congregazione, o una determinata opera o settore della nostra missione “.

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Così la nostra comunità dehoniana Roma I e Roma II, sotto la guida del Superiore Generale Padre Heiner Wilmer, ha celebrato questo giorno della “Memoria Dehoniana”. Giorno che ci spinge a pensare anche spiritualmente sulla testimonianza della dehonianità, della fede di oggi. I nostri 49 confratelli morti in diverse circostanze nel mondo (Austria, Germania, Italia, Spagna, Brasile, Indonesia, Camerun, Congo), dando la loro vita hanno testimoniato il loro amore verso Cristo Crocifisso, sperando nella Risurrezione alla fine dei tempi.

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P. Héberlé, missionario di Camerun, in una lettera del settembre 1959 scrisse: “… nella situazione che io attraverso richiede una fede incrollabile, una fiducia assoluta, una carità senza macchia. Per noi sacerdoti e cristiani, è il momento della prova. Dio ci prova con il fuoco e sangue. Tutto sarà fatto (oppure: La Sua volontà sarà fatta). Questo ci porta a dedicarci interamente al vostro servizio e per realizzare con i nostri sacrifici la Sua croce” (9 settembre 1959).

Per conoscere meglio la storia dei nostri confratelli uccisi in vari posti nel mondo, al Collegio Internazionale di Roma è stata preparata una mostra con le foto e documenti conservati nell’archivio.

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