09 settembre 2020
09 set 2020

Seminario in diaspora in tempo di Covid-19, come i primi cristiani

Il seminario minore in Indonesia introduce la vita seminaristica in "Diaspora", che consente agli studenti di soggiornare nelle comunità o nelle parrocchie vicine durante il covid-19 pandemico. Un formatore dehoniano scrive dal seminario minore di San Paolo di Palembang, Indonesia.

di  Christian Hofer Samosir, scj

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Non è stato facile. Da diversi mesi non ci sono seminaristi a Palembang, nel Seminario minore di San Paolo. Questo non è dovuto al fatto che non ci siano candidati.

Da sei mesi, il nostro seminario è stato chiuso a causa della pandemia Covid-19. A marzo, tutti i seminaristi sono stati riportati alle loro famiglie, in modo che stiano più al sicuro rimanendo a casa che vivere insieme in seminario. Stando alle notizie dello scorso dicembre, il COVID-19 ha iniziato a diffondersi in molti Paesi e anche in Indonesia. Qui da noi, il governo indonesiano ha adottato stretti protocolli per evitare la diffusione del virus, insistendo sull’uso delle mascherine, sulla necessità di lavarsi le mani e di mantenere le distanze fisiche e sociali (come hanno fatto altri Paesi in base all’ appello dell’OMS per la tutela della salute pubblica). A causa di questi protocolli, noi, responsabili del seminario, abbiamo deciso di rimandare i seminaristi in famiglia, per ridurre il rischio di contagio in seminario. Per questa ragione, circa un centinaio di studenti seminaristi sono stati invitati, durante il seminario, ad evitare il raggruppamento sociale.  Lo stesso vescovo dell’Arcidiocesi di Palembang ha fatto appello che si adottassero misure di contenimento del virus. In questo modo, anche la Chiesa ha voluto sostenere gli sforzi del governo per fermare la diffusione del COVID-19.

Come effetto di questa situazione, tutti i seminaristi hanno continuato il loro processo di formazione via internet nelle loro case.

Rimanere e vivere a casa non è certo l’opzione migliore per il processo di formazione dei seminaristi. Vi è stata una lunga discussione tra i formatori e in sintonia con il vescovo abbiamo deciso di introdurre un nuovo sistema formativo: il Seminario della Diaspora.

Lo stile del Seminario della diaspora lo si trova nella Bibbia e presso i primi cristiani. I seminaristi si dividono in piccoli gruppi (due, tre o più, ma non più di sei) e vivono in alcune parrocchie o comunità dehoniane nella diocesi di Palembang, Tanjungkarang o Padang. Continuano il processo di formazione vivendo insieme a sacerdoti o religiosi. Dallo scorso luglio fino ad oggi, tutti i seminaristi vivono in alcune parrocchie o comunità religiose e continuano i loro studi via internet (Educazione a distanza), sperimentando la vita comunitaria, guidati dai dehoniani.

Noi formatori siamo rimasti in seminario. Sette dehoniani sono impegnati nella formazione. In questa particolare situazione, abbiamo abbandonato le nostre comodità e sicurezze, per essere maggiormente presenti nei social media e monitorando i seminaristi, con cura e a ascolto. Diverse volte siamo dovuti uscire dal seminario per incontrare i nostri seminaristi nelle parrocchie e nelle comunità religiose (ma mantenendo le regole imposte dal governo).

La dinamica formativa sta avvenendo tramite incontri virtuali o zoom o Google class. Tutti noi i dehoniani, come formatori, stiamo facendo del nostro meglio per prestare la massima attenzione alla formazione dei seminaristi. Noi continuiamo a fare la nostra parte di responsabilità come formatori, ma non con la diretta vigilanza, bensì tramite la rete. A volte, dobbiamo impegnare molte ore per una conferenza o per preparare l’argomento per il corso in classe virtuale. Non è davvero difficile, ma anche non è un lavoro facile, perché alcuni di noi sono persone che stanno emigrando verso la nuova generazione. Ma eccoci qui.

Siamo dehoniani e come tali siamo pronti ad adattarci a seconda della situazione e della cultura. È anche questo una prova per verificare se viviamo lo spirito dell’ Ecce Venio, mediante l’apertura del cuore e della mente al nuovo futuro e alla nuova cultura. Come anche un canto allo Spirito Santo ci suggerisce: “lo spirito santo ci guida anche se dobbiamo sacrificare noi stessi servendo”.

Che questa pandemia passi presto. Preghiamo per loro, i seminaristi.

 

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