14 settembre 2020
14 set 2020

La fede a tavola

La fede a tavola
Anche a tavola si può parlare di fede e spiritualità. In questo tempo di pandemia, un’originale esperienza dehoniana da Neustadt in Germania.
di  Brigitte Deiters

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Corpo e anima costituiscono un tutt’uno. Questa affermazione è stato la motivazione che ha spinto a proporre la prima edizione di “Spiritualità alla Griglia” presso il centro di spiritualità e di formazione dehoniano di Neustadt (Germania). Circa 30 persone hanno accolto l’invito per una cena insieme al barbecue e a scambiarsi opinioni su vari temi legati alla vita e alla fede.

Le persone hanno respirato una buona atmosfera e, ridendo e scherzando, si sono trovati  d’accordo con quanto P. Gerd Hemken SCJ ironicamente ha detto loro: “Probabilmente non non avreste trovato la strada per venire qui, se non ci fosse stato nulla da mangiare e da bere”.

Dall’inizio dell’anno, la casa di spiritualità di Neustadt dispone di un’area barbecue ben allestita, che permette ai gruppi – che provengono da lontano – di godersi le ore serali e di lasciare che la giornata si concluda in modo diverso. A causa della pandemia di fatto non si è mai potuto iniziare questa esperienza fino al mese di agosto.

Che cosa mi sostiene?

“Che cosa mi sostiene nella vita? La fede è un sostegno e come? Queste sono state alcune domande centrali della serata. L’incontro ha preso spunto dal nuovo libro del vescovo di Hildesheim mons. Heiner Wilmer SCJ (Trägt, Herder, 2020), ex superiore generale.

P. Hemken ha voluto contestualizzare le domande in questo tempo di crisi dovuta al Coronavirus, ma non solo. Ha spiegato quali sono state le conseguenze della pandemia per la persone in Germania e nel mondo: per le comunità cristiane, per gli anziani e i malati che si sentiti soli ad affrontare la paura del contagio, per chi lavora e per chi non può usufruire del tempo libero. “Tutte le nostre vite sono state capovolte”, ha sintetizzato p. Hemken.

I partecipanti si sono poi confrontati a tavola, condividendo idee e scambiando opinioni. Durante il lock-down hanno trovato aspetti positivi della vita: la comunità all’interno della famiglia, il tempo libero per le passeggiate e le telefonate estensive, la speranza di ripensare ciò che è importante – e sulla “insensatezza” di andare sempre più alto, più veloce, più lontano, con mezzi sempre più costosi, che ora “si spera” sia tuto ridimensionato. “Dovremmo chiederci cosa è essenziale, e di quali sciocchezze possiamo fare a meno”, ha detto qualcuno. E altri: “Non dovremmo lamentarci sempre e solo lamentarci, ma anche guardare ciò che è andato bene in questo periodo. E poi: “In fondo stiamo andando bene!

Nel complesso, vi è stata molta apertura da parte dei singoli gruppi riuniti a tavola. Una signora ha raccontato la sua difficile storia passata, commuovendo  i partecipanti, testimoniando una grande fede. Proprio come racconta  il vescovo Wilmer in un episodio del suo libro, riguardo a una donna che gli aveva confidato: “Colui che sta sopra, rende immune più di ogni altra cosa”. E le campane della cattedrale, continua con gratitudine, le ricordano questo.

Gli invitati hanno lasciato Neustadt dopo circa due ore. Hanno ovviamente apprezzato il tempo dello scambio e  le conversazioni con i padri dehoniani: p. Gerd Hemken, p. Olav Hamelijnck,p. Ireneusz Kmiec.

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